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IN CAMMINO CON PAPA FRANCESCO
Con questo blog vorremmo mettere in circolazione, entro una settimana, anche in cinese, le parole che Papa Francesco ci regala all’Angelus di ogni domenica, nella Udienza del Mercoledì, e nelle celebrazioni quotidiane di Santa Marta. Papa Francesco parla in maniera chiara e diretta, parla al cuore di ognuno di noi. Le sue parole non hanno bisogno di commenti o teorie, ma di essere conosciute e meditate. |
– In un mondo che possiamo chiamare ‘orfano’, che soffre la crisi di una grande orfanezza, forse il nostro aiuto è dire ‘Guarda a tua Madre!’. Ne abbiamo una che ci difende, ci insegna, ci accompagna; che non si vergogna dei nostri peccati. Non si vergogna, perché lei è Madre”. L’ha detto papa Francesco nell’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata e nel quale il Vangelo porta sul Calvario, quando tutti i discepoli sono fuggiti, tranne Giovanni, alcune donne e Maria.
Tutti la guardavano dicendo: “Quella è la madre di questo delinquente! Quella è la madre di questo sovversivo!”. “E Maria sentiva queste cose. Soffriva umiliazioni terribili. E anche sentiva i grandi, alcuni sacerdoti, che lei rispettava, perché erano sacerdoti: ‘Ma Tu che sei tanto bravo, scendi! Scendi!’. Con suo Figlio, nudo, lì. E Maria aveva una sofferenza tanto grande, ma non se ne è andata. Non rinnegò il Figlio! Era la sua carne”.
Francesco ha poi ricordato quando a Buenos Aires si recava nelle carceri a visitare i detenuti e vedeva sempre una fila di donne che aspettavano di entrare. “Erano mamme. Ma non si vergognavano: la loro carne era lì dentro. E queste donne soffrivano non solo la vergogna di essere lì – ‘Ma guarda quella! Cosa avrà fatto il figlio?’ – ma anche soffrivano le più brutte umiliazioni nelle perquisizioni che venivano fatte loro prima di entrare. Ma erano madri e andavano a trovare la propria carne. Così Maria, era lì, col Figlio, con quella sofferenza tanto grande”.
“Noi cristiani abbiamo una Madre, la stessa di Gesù; abbiamo un Padre, lo stesso di Gesù. Non siamo orfani! E Lei ci partorisce in quel momento con tanto dolore: è davvero un martirio. Col cuore trafitto, accetta di partorire tutti noi in quel momento di dolore. E da quel momento Lei diventa la nostra Madre, da quel momento Lei è nostra Madre, quella che si prende cura di noi e non si vergogna di noi: ci difende”.
I mistici russi dei primi secoli – ha ricordato Francesco - consigliavano di rifugiarsi sotto il manto della Madre di Dio nel momento delle turbolenze spirituali: “Lì non può entrare il diavolo. Perché Lei è Madre e come Madre difende. Poi l’Occidente ha preso questo consiglio e ha fatto la prima antifona mariana ‘Sub tuum praesidium’ – ‘Sotto il tuo mantello, sotto la tua custodia, oh Madre!’. Lì siamo sicuri”.
“In un mondo che possiamo chiamare ‘orfano’ – ha concluso il Papa - in questo mondo che soffre la crisi di una grande orfanezza, forse il nostro aiuto è dire ‘Guarda a tua Madre!’. Ne abbiamo una che ci difende, ci insegna, ci accompagna; che non si vergogna dei nostri peccati. Non si vergogna, perché lei è Madre. Che lo Spirito Santo, questo amico, questo compagno di strada, questo Paraclito avvocato che il Signore ci ha inviato, ci faccia capire questo mistero tanto grande della maternità di Maria”.